06 settembre 2004

Santa Moana delle Orsoline


Da Repubblica.it
Così la pornostar è stata riabilitata dieci anni dopo la morte
Dal collegio delle Orsoline ai film con Rocco Siffredi
Moana, l'ultima icona del sesso"Solo nuda mi sento invincibile"


di LAURA LAURENZI

Moana Pozzi ROMA - Sono passati dieci anni dalla morte di Moana Pozzi, dieci anni in cui è stata beatificata ma anche dimenticata, in cui ha continuato a vivere nella memoria e insieme a sbiadire, in bilico fra l'oblio e l'aureola fulgida del mito. Marilyn del porno, santa e meretrice, sfacciata e ritrosa insieme, con le Confessioni di Sant'Agostino sul comodino e la frusta sadomaso nel pugno. "Sul palco rischio, il mio è un mestiere da kamikaze", diceva. La morte prematura e dai contorni mai ben definiti (il 15 settembre 1994, a 33 anni, in un ospedale di Lione, probabilmente per un cancro al fegato e non per aids) l'ha preservata intatta e meravigliosa, quasi maestosa, nell'immaginario non soltanto maschile.
Come è accaduto con altre star morte giovani si è molto favoleggiato su una fine tanto crudele e sul decadimento di un corpo tanto perfetto ed esibito. Si è ipotizzato persino che la malattia terminale di Moana Pozzi fosse soltanto una messinscena, l'unica che le consentisse di sbarazzarsi del suo personaggio per dedicarsi a una nuova vita spirituale di rigenerazione in India. Tutti i finali a sorpresa sulla leggenda di un idolo pop sono sembrati possibili, incluso un rapimento degli alieni.
Esce domani "Moana" (Mondadori), un libro che racconta la Pozzi in ogni chiaroscuro attraverso le sue stesse parole e naturalmente le sue immagini, lavoro certosino di ricerca cui Marco Giusti si è consacrato consultando oltre 400 mila foto, centinaia di interviste, decine e decine di ospitate televisive e di interventi nei talk show, e poi i comizi, le dichiarazioni, le locandine, le recensioni: una sorta di Blob in cui si indaga con oggettività se Moana resti ancora oggi un simbolo (dell'amore? della bellezza? del sesso libero? della trasgressione? del porno praticato con elegante educato distacco borghese?)
"Non parlate più di lei", aveva pregato la madre di Moana all'indomani della morte. Il processo di beatificazione partì subito impetuoso, troppo impetuoso forse per durare. Il regista Dino Risi ha raccontato di un suo incontro con Moana Pozzi, che gli disse: "Lei non è mai venuto a un mio spettacolo, forse è meglio così, molti dicono: che peccato, una ragazza così carina che va a fare quelle cose in pubblico davanti a tutti, ma per me è come una missione, ci sono tanti poveri, brutti, vecchi, malati che non hanno mai accarezzato una donna, sono così contenti poverini, io credo che il sesso avvicini a Dio".
Moana missionaria dell'amore forse è una visione distorta, oltre che riduttiva, della sua singolare parabola, che la vide passare dal collegio delle Orsoline a Rocco Siffredi, dal liceo dei padri Scolopi alle partouzes cinematografiche con Cicciolina e Ramba e restare sostanzialmente - e signorilmente - incontaminata. "Sembrava non accorgersi di nulla - ha riferito il collega di pornofilm Bob Malone - Se la telecamera la inquadrava solo nelle parti intime era capace di limarsi le unghie. Quello che avveniva dentro la sua vagina sembrava non riguardarla". Fu dunque questa sorta di schizofrenia il suo salvacondotto, l'essere imperturbabile, intangibile, e insieme così carnale, nel sudore e nell'affanno del desiderio (altrui). Prosperare negli abissi e nelle miserie del porno ma leggere Kundera, sì che la vita è altrove, leggere Moravia, Poe, Thomas Mann, la Yourcenar. Meglio di tutti la descrive il suo talent-scout Riccardo Schicchi: "Era un'atleta magnifica del suo modo di essere. Dolce, serena, tiepida, ingenua da una parte e, dall'altra, ragazza di ferro, infrangibile, dura, pronta a tutto per il denaro". Il libro curato da Marco Giusti non ha solo il merito di ripubblicare il testo dell'ormai introvabile "Filosofia di Moana", galleria di vip testati in alcova con tanto di voti (modesti), che la Pozzi fece stampare a sue spese nel '91, pagando 60 milioni per 20 mila copie giacché non riusciva a trovare un editore. "Moana" inquadra come pochi altri libri i rampanti e ormai remoti anni Ottanta raccontati da un'angolazione molto speciale. Giusti ricorda come Moana abbia attraversato l'alto e il basso, la verità e la parodia, come sia stata promossa opinionista tv, e non solo icona nuda dello scandaloso "Matrjoska", intervistata da Giuliano Ferrara, Maurizio Costanzo, Pippo Baudo. Indro Montanelli, che lei va a conoscere nella redazione del Giornale, scrive nella dedica di un suo libro: A Moana, e il resto è silenzio. "Al suo meglio Moana attraversa i due mondi del salotto borghese e della latrina del porno riuscendo a usarli entrambi per la sua ascesa mistica e, contemporaneamente, a starne fuori", chiosa Giusti. E sottolinea come la star italiana dell'hard più pagata sia stata in realtà anche una delle meno "brave" sulla scena: "Lo dicono tutti i suoi registi. E non riesce a sfondare internazionalmente come Cicciolina. Perché è una star di testa e di parola, è una star pensante e ragionante, sempre presente a se stessa, mai abbandonata alla deriva del cinema o della televisione".
Qualche squarcio del Moana pensiero. "Sono una persona molto timida e mi imbarazzo con facilità. Se non hai vocazione, questo mestiere è un inferno. Nuda mi sono sempre sentita invincibile. Io sono il mio corpo. Dell'amore penso che non esiste: meglio, è di passaggio e poi finisce. La volgarità, che è poi la femminilità senza riserve, è un talento, non si impara. Una donna bella deve riempire le mani di un uomo, o no? Per me la donna oggetto è la casalinga che lava, cuce, stira e cucina. Sposarsi è la cosa più orrenda che esista. Vado in palestra da sola, non ho amici, non ho amiche. Mi sembra poco dignitoso esternare i propri sentimenti. Il mio sogno è una vita con pochi traumi, che mi esoneri dal dolore".
I dieci anni dalla morte di Moana verranno ricordati con una pièce teatrale sulla sua esistenza. A interpretare il ruolo della protagonista sarà Letizia Letza, parrucchiera di Pisa vista nell'ultima edizione del Grande Fratello, una fra le prime a uscire dalla Casa. Lo spettacolo si intitola "Moana, il punto dove il mare è più profondo", regia di Emiliano Raya, e andrà in scena al teatro Colosseo di Roma proprio il 17 settembre, data in cui, con 48 ore di ritardo, la notizia diventò di pubblico dominio. E' prevista anche la realizzazione di un catalogo d'arte ispirato a Moana. I ricavati delle vendite saranno devoluti in beneficenza
(6 settembre 2004)


moana pozzi Posted by Hello

Nessun commento: